Un momento di confronto sulle pratiche di Welfare Aziendale. Un’occasione importante per tirare le fila e raccogliere i frutti di un progetto nato prima della pandemia e che si concluderà a fine 2021. Il significato di Welfare in Rete è stato sintetizzato in un convegno, denso di contenuti e di prospettive, svoltosi giovedì 16 dicembre a Spazio Sant’Anna. Presenti gli attori dell’iniziativa.
“Welfare in rete”, è un progetto di welfare aziendale cofinanziato dalla Regione Piemonte, grazie al Fondo Sociale Europeo nell’ambito della strategia WeCaRe – Welfare Cantiere Regionale.
Gli interventi istituzionali
Ad aprire l’incontro l’assessore Patrich Rabaini che ha portato il saluto del sindaco e la conferma del sostegno del Comune di Verbania all’iniziativa. Al suo intervento sono seguiti, come da programma: Osvaldo Milanesio, Direttore del Settore Politiche per le pari opportunità (Direzione Sanità e Welfare) della Regione Piemonte, che, collegato online, ha parlato dell’intenzione di proseguire con le azioni di welfare e di investire nuovi e maggiori fondi; Fabrizio Ghisio Presidente Confcooperative Piemonte Nord; Barbara Daniele Referente Legacoop Sociali Piemonte; Maurizio Grifoni Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Alto Piemonte. A tirare le fila del convegno il presidente del Consorzio Link Davide Lo Duca, rappresentante dell’ATI di progetto Welfare in Rete.
«Ritengo che questo evento conclusivo – sottolinea Lo Duca – abbia offerto spunti utili all’apertura di un confronto finalmente sereno su di processo culturale che, negli anni, ha faticato ad attecchire. Non sono, infatti, mai mancate le posizioni pregiudiziali, positive e negative, sul tema del Welfare Aziendale che rischiano di offuscare il senso di queste politiche. Ecco che, allora, il progetto Welfare In Rete, con la partecipazione di 6 realtà partner che rappresentano il mondo della cooperazione sociale e quello del commercio, ha avuto il merito di raggiungere due risultati da evidenziare. Prima di tutto il lavoro di rete ha permesso di sperimentare e generare reali scambi di buone pratiche, dimostrando che si deve uscire dal proprio guscio e mettere a rischio le proprie identità per superare i problemi comuni. Inoltre, avere finalmente maturato una esperienza concreta su azioni tese a migliorare il benessere dei lavoratori ha aiutato a spostare il dibattito dal pensiero all’operatività».
Il video dei protagonisti
Le affermazioni di Lo Duca hanno trovato conferma nel video presentato nel corso del convegno che ha dato voce alle 6 aziende che hanno preso parte a Welfare in Rete: le cooperative sociali Il Sogno di Domodossola, Isola Verde di Vignone, Il Ponte di Invorio, CEG – Comunità Educativa Giovanile e le società Assoform e Seas di Novara.
Il documentario, realizzato dal videomaker Andrea Marcovicchio, su storytelling della giornalista Cristina Barberis Negra, ha evidenziato, con le testimonianze dei protagonisti, quanto poco si conosca il tema. La parola welfare ha ancora nell’immaginario collettivo una valenza prevalentemente teorica. I racconti dei lavoratori hanno invece messo in luce quale, dopo un’iniziale diffidenza, sia stato il beneficio ricavato dalle loro singole esperienze.
Le esperienze italiane
Il convegno è poi proseguito con l’intervento online di Valentino Santoni, Ricercatore del Laboratorio “Percorsi di Secondo Welfare”, che ha parlato in termini più generali delle esperienze italiane e dei vantaggi che queste operazioni hanno sui territori.
Il metodo e i risultati
A tirare le fila sui risultati del progetto Monica Andriolo de Il Nodo e Alberto Ranzini, consulenti di progetto che hanno raccontato quanto emerso dall’esperienza e la metodologia utilizzata per approcciare e definire il percorso. È quindi intervenuta Alessandra Brogliatto, Confcooperative Piemonte Nord, che ha fatto una disanima dei risultati ottenuti, sottolineando l’importanza valoriale e culturale dell’iniziativa ed evidenziandone le prospettive future.
«Benché non siano mancate le difficoltà – conclude Davide Lo Duca – credo si debba riconoscere alla Regione il merito di avere osato tanto, promuovendo nel suo territorio tante diverse esperienze. Da oggi tocca agli enti pubblici e privati delle singole province decidere se procedere verso un sistema di welfare complessivo che contempli anche quello che si può, e io dico si deve, generare nelle imprese».